mercoledì 9 febbraio 2011

Legacoop Ravenna: "Cooperare cambiare crescere. Idee e fatti per il territorio", XVII Assemblea congressuale di Legacoop Ravenna

 

 

 

 

 

 

 

"Cooperare cambiare crescere. Idee e fatti per il territorio"

XVII Assemblea congressuale di Legacoop Ravenna

 

Le scelte da compiere "per costruire il futuro da subito e nuovamente"

 

Innovazione dinamica, sviluppo, lavoro (con un'attenzione specifica ai giovani), diritti, equità, territorio, sono le tematiche emerse nel corso della XVII^ Assemblea congressuale di Legacoop Ravenna, sottolineate con forza in tutti gli interventi, a cominciare da quello di Giovanni Monti, riconfermato presidente per i prossimi quattro anni.

"Cooperare cambiare crescere" sono state le parole d'ordine di questo appuntamento rilevante per il territorio in quanto, anche in riferimento al periodo di crisi prolungata che il Paese sta attraversando, si è caricato di grande significato con al centro della discussione le scelte da compiere per "costruire il futuro" delle cooperative associate e del sistema, "da subito e nuovamente", come ha affermato il presidente Monti.

Legacoop Ravenna si è presentata al Congresso, che si è svolto nella mattinata di mercoledì 9 febbraio, con un bilancio positivo: il numero delle posizioni associative è salito a 171 mila con un incremento fra il 35% e il 40% negli ultimi dieci anni. Tra queste ci sono anche figure professionali nuove, frutto dell'impegno nella promozione di piccole e medie cooperative, come ha spiegato il presidente Monti, "quale possibile risposta al bisogno occupazionale di un territorio:  l'autoimpresa". Nel 2010, dopo gli anni più difficili (2008 e 2009) Legacoop ha registrato una lieve ripresa di fatturato e redditività "ma solo fra qualche anno si capiranno davvero i nuovi equilibri - ha spiegato Giovanni Monti - ed anche per questo è doveroso ripensare il sistema, anche quello cooperativo, mettersi in discussione, esplorare nuove modalità di fare impresa, e di fare cooperativa,  anche in nuovi settori di attività: pensando al lavoro, ai giovani, alle Pmi associate in consorzi e cooperative".

 

La sintesi della 17^ Assemblea congressuale di Legacoop Ravenna può essere scandita da cinque priorità:

- infrastrutture (Strade, parte dell'E55, FS), porto, mobilità. Il Porto di Ravenna, in sinergia con i porti dell'alto Adriatico, deve diventare uno dei centri logistici intermodali (acqua, ferro, gomma) di dimensione regionale e nazionale, in grado di agganciare, con le opportune relazioni politiche e imprenditoriali, i flussi per i nuovi mercati sia di beni sia di persone;

- la qualificazione del welfare e dei servizi sociali;

- il rilancio del turismo, con la valorizzazione dei beni culturali, ambientali e dei prodotti del territorio; la tutela della spiaggia sul piano dell'erosione, della qualità delle acque e degli imprenditori balneari che vi operano. La candidatura di Ravenna a capitale della cultura 2019 dell'UE è un'occasione da cogliere;

- l'ulteriore qualificazione del Sistema agroalimentare e del suo rapporto con la distribuzione e i consumatori;

- la creazione, anche con misure contingenti e parziali d'investimento, di lavoro soprattutto per i giovani e per le piccole imprese, affrontando la precarietà del lavoro stesso.

 

Spiega Giovanni Monti: "Il mondo cooperativo sta governando la crisi in essere ma occorre cambiare per essere utili alla società, per crescere,  per essere la cooperazione dell'offerta e anche della domanda, per interpretare i nuovi bisogni che emergono, per creare nuove attività, quindi lavoro e fare in modo che la connessione efficienza e solidarietà sia sempre più forte".

 

Ciò significa che, da un lato, i settori consolidati (le cooperative di costruzione, di distribuzione, di trasporto e logistica, movimentazione merci e persone, la cooperazione sociale e la cooperazione di servizio, le industriali, l'agro alimentare, le culturali) devono procedere secondo logiche innovative per creare un nuovo livello competitivo e di nuova eccellenza. Dall'altro, alcune delle nuove aree di attività da sviluppare nei prossimi mesi potrebbero riguardare: il ciclo dell'acqua e la difesa delle coste; il ciclo dell'energia e la green economy; il ciclo dei rifiuti; la ricerca e sviluppo (farmaceutica, domotica, nutroceutica, ad esempio); la cooperazione della comunità; la qualificazione urbana e le politiche della casa; l'organizzare in cooperativa dei "beni comuni"; la diffusione della cultura cooperativa e della progettualità cooperativa in particolare nei campi della sussidiarietà e dell'autorganizzazione.

 

Dal Congresso di Legacoop Ravenna è emerso che la riorganizzazione e l'innovazione per essere tali hanno bisogno anche di "nuovi patti": un nuovo patto tra capitali privati, pubblici e bancari; un nuovo patto tra cooperazione, lavoro e capitale per creare le condizioni di una nuova competitività e crescita del sistema imprenditoriale, che generi nuovi posti di lavoro e migliori l'efficienza delle imprese, recuperando produttività senza scaricare erroneamente tutto l'onere della produzione di maggiore produttività sul lavoro; un nuovo patto tra lavoro e impresa-cooperativa, tra cooperative, movimento cooperativo e sindacati. Per i soci lavoratori occorre verificare il pieno funzionamento dell'autogestione, della democrazia interna, la piena funzionalità degli strumenti di distribuzione del reddito e di corretto equilibrio tra i vari poteri della governance.  Per i dipendenti occorre assicurare le condizioni per un buon lavoro in cooperativa, ma anche forme innovative di "coinvolgimento nella gestione". "È opportuno pensare a strumenti di controllo e di partecipazione, da parte dei lavoratori, agli organi decisionali delle cooperative e creare osservatori dell'equa distribuzione del reddito d'impresa prodotto - ha precisato il presidente Monti, aggiungendo: "Ė evidente che a fronte di ciò va attivata una flessibilità condivisa che dia un contributo, assieme agli investimenti e all'innovazione, a un recupero di produttività delle imprese cooperative. Ė oltremodo chiaro che, senza un recupero della marginalità d'impresa, non ci sono spazi per "dare di più" al lavoro perché sia più stabile (nelle cooperative il lavoro stabile è alto, l'85%  dei lavoratori ne usufruiscono, il che non è poco!) né spazi per affrontare, al contempo, il tema della precarietà e delle misure per aiutare la previdenza integrativa dei più giovani, come vorremmo ulteriormente fare".

Ravenna, come territorio, potrebbe in questo senso diventare oggetto di una nuova sperimentazione e Legacoop ha esortato, dal Congresso, un confronto fra le centrali cooperative per individuare proposte comuni da sottoporre ai sindacati e al tavolo degli imprenditori, per farne oggetto di innovazione territoriale.

Un nuovo patto occorre anche fra le "generazioni di cooperatori", per aprire un equilibrato processo di ricambio sia nella "filiera" sociale sia in quella della gestione delle associate a Legacoop: potrebbe essere creata una "scuola cooperativa", una "Legacoop University", nella dimensione regionale e nazionale, così come anche proposto dal documento di Legacoop Emilia Romagna.

 

Per quanto riguarda il funzionamento del sistema associativo è stato messo in evidenza che Legacoop deve ricercare nuova qualificazione e integrazione.

"Legacoop Emilia Romagna ha proposto una verifica del funzionamento del nostro sistema associativo - ha spiegato Giovanni Monti, presidente Legacoop Ravenna - Noi siamo disponibili a valutare, a partire dalla Romagna, un nuovo livello di coordinamento della nostra rappresentanza su base interprovinciale e regionale. Così come siamo a disposizione per verificare il buon funzionamento della struttura di Legacoop Ravenna e delle sue politiche di rinnovamento, con i giovani dirigenti (ne sono entrati quattro, fra i 30 e i 36 anni), nonché e, soprattutto, delle relazioni con le associate. A Ravenna - ha proseguito il presidente Monti - abbiamo sperimentato un'organizzazione che ha cercato di rappresentare interessi, offrire servizi, ma anche farsi promotrice di tavoli progettuali cooperativi e soprattutto inter cooperativi, senza mai sostituirci alle cooperative e alle loro prerogative statutarie e si è affermata una Legacoop soggetto politico autonomo con un suo chiaro progetto di sviluppo".

 

Al Congresso hanno portato un saluto l'arcivescovo di Ravenna e Cervia Giuseppe Verucchi e il presidente della Camera di Commercio Gianfranco Bessi. Sono intervenuti il presidente della Provincia Francesco Giangrandi, il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci e il direttore di Aster Emilia-Romagna Paolo Bonaretti. A questi sono seguiti gli interventi di Elena Zannoni (responsabile Legacoop Ravenna della cooperazione sociale e industriale) e di Massimo Matteucci, presidente Cmc Ravenna.

 

Ha concluso i lavori del Congresso il presidente regionale di Legacoop, Paolo Cattabiani e successivamente l'assemblea ha votato i nuovi organi dirigenti riconfermando presidente e vice presidente: rispettivamente Giovanni Monti e Lorenzo Cottignoli.

È stata eletta, inoltre, la nuova direzione di Legacoop Ravenna composta da 90 rappresentanti, di cui 26 donne e 11 under 35, con un turnover di 20 membri.

 

 

 

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